Pillola n. 4
- Veronica Buscarini

- 8 giu 2020
- Tempo di lettura: 4 min

Questa pillola è parte della serie di pillole sulla progettazione narrativa. Ti consiglio di partire dalla prima, la pillola n. 3 e andare in ordine, potresti trarne più vantaggio.
Dopo aver capito come trovare l’idea e come renderla raccontabile, in grado di reggere un lungo arco narrativo, andiamo a studiare coloro attraverso i quali racconteremo la nostra storia: i personaggi.
Una persona solitamente ha in sé una grande complessità, una serie di ricordi grandi e piccoli, di gesti insignificanti, di paure immotivate, attimi di felicità, ossessioni, atteggiamenti, ecc. Il compito del narratore è di lavorare per sottrazione, ridurre questa realtà complessa a quella di un personaggio raccontabile sulla carta.
Come si fa?
Innanzitutto con la descrizione. Un’importante raccomandazione da tenere a mente è di evitare di raccontare un personaggio attraverso la sua “carta di identità”. Cosa significa?
Significa che non devo dire al lettore tutto ciò che piace o non piace al mio protagonista, come ha i capelli e come è composta la sua famiglia, semplicemente elencandoglielo in un paragrafo.
Non c’è niente di più noioso e l’effetto è che quel personaggio di cui ci è stato detto vita, morte e miracoli non ce lo ricordiamo affatto.
Bisogna infatti creare descrizioni che siano in grado di portarci avanti nella narrazione. Non deve per forza accadere qualcosa, è sufficiente che ci dicano qualcosa che non sapevamo di quel personaggio senza che ce ne accorgiamo.
Esempio:
Sara ha dieci anni, sua madre fa la commessa in un negozio di vestiti. Sara vorrebbe più attenzioni da parte di sua madre.
Altra cosa è descrivere una scena in cui Sara tornando a casa da scuola dice a sua mamma che la maestra le ha dato un bel 10 in matematica e sua madre nemmeno la sente ma compone il numero di una sua amica raccontandole di una cliente piuttosto eccentrica che era passata in negozio quel pomeriggio.
Questa tecnica ha un nome, si chiama show don’t tell. È fondamentale raccontare per immagini, le cose dette soltanto non hanno lo stesso valore; non mi serve che mi dici che Sara vorrebbe le attenzioni di sua mamma, devi in qualche modo portarmici a contatto, farmelo vedere con una situazione.

Per descrivere un personaggio è poi importante sapere quali dettagli raccontare. Pensateci, la letteratura è piena di esempi di personaggi che restano alla nostra memoria per un dettaglio, nel caso di Cappuccetto Rosso è praticamente l’unica cosa che sappiamo di lei.
Ecco, concentrare l’attenzione in un dettaglio, in un elemento particolare che può riguardare il vestiario, o un modo di portare i capelli o di parlare, è un ottima soluzione per far sì che quel personaggio rimanga impresso nella memoria del lettore.
Oltre questo però è importante selezionare gli elementi giusti per rendere un personaggio, ad esempio se voglio raccontare di una ragazza snob, è più facile che mi concentrerò su una camminata altezzosa, sui capelli sempre ordinati, e il trucco impeccabile.
È sempre consigliabile non dilungarsi troppo nella descrizione, dire ciò che serve, non raccontare la banalità, ma ciò che è proprio di quel personaggio e ricordarsi che non abbiamo solo la vista, pensare a tutti i cinque sensi: il suono della voce, un profumo particolare, sono elementi in grado di rendere molto concreto il ritratto di un personaggio.
Inserire tic, fissazioni, ossessioni, pensieri non comuni nei nostri personaggi è un’altra ottima strategia per renderli unici, immediatamente riconoscibili, memorabili, ma soprattutto credibili. Se ci pensate ognuno di noi ha qualche stranezza.
Occhio però in questo caso a non esagerare e evitare di renderli involontariamente buffi o quasi delle macchiette. È sufficiente appena qualche accenno.
Un esercizio molto utile e che vi consiglio di fare è di soffermarvi, quando leggete un libro, ogni volta che entra in scena un nuovo personaggio. Prendetevi qualche attimo per riflettere e chiedetevi: cos'è la prima cosa che mi dice l’autore di lui? Cosa questo dettaglio mi dice del personaggio? A quale idea di lui mi inducono i dettagli che mi fornisce l’autore?
Un consiglio è quello di fare una sorta di scheda per i personaggi principali, non per forza scritta, ma di mettere in atto il Principio dell’Iceberg di cui vi ho parlato qualche settimana fa per immaginare la sua storia: il suo passato, l’origine dei suoi traumi, ecc. Non necessariamente andranno inseriti nel romanzo, ma ti aiuteranno a creare un personaggio complesso.

È importante che tutti i personaggi abbiano lo stesso livello di complessità?
No. È normale che in un romanzo si incontrino personaggi tridimensionali, che hanno una forte evoluzione nella vicenda e diverse sfaccettature e contraddizioni, ma è altrettanto normale che accanto a questi vi siano altri personaggi secondari meno caratterizzati, bidimensionali, non per questo piatti ma di cui sappiamo di meno in quanto non sono il centro della nostra storia.
I personaggi sono l’elemento, potremmo dire, principale delle nostre storie, senza i quali non avremmo nulla da raccontare, per cui questo argomento è ampio e complesso. Per questo ho deciso di lasciarti alcuni punti per fare un po’ di chiarezza sulla costruzione dei personaggi:
Cosa deve avere un buon personaggio:
Desiderio e conflitto che determineranno la sua evoluzione
Cambiamenti motivati: se un personaggio nel corso della storia cambia (idea, atteggiamento, scelta, ecc.) deve essere motivato, bisogna mostrare come ciò avviene, altrimenti risulterà inverosimile.
Complessità: non esistono persone solo buone e persone solo cattive. Per rendere più verosimili i nostri personaggi è bene creare in loro una piccola complessità, debolezze, crepe nel loro carattere.
No personaggi fotocopia. È ottimo mettere un po’ di noi stessi nei nostri personaggi, ci aiuta anche a sentirli più vicini, ma non tutti noi stessi, lasciamo un po’ di spazio all'inventiva, ci aiuterà a raccontare meglio. Bisogna sempre reinventare un po’ la realtà per renderla raccontabile. Oltre questo, soprattutto se siete al secondo o terzo romanzo, badate di non fare protagonisti tutti uguali mettendovi sempre le vostre debolezze e le vostre paure.
Un altro piccolo esercizio utile:
Scegliete una persona tra quelle che conoscete e osservatela, provate poi a descriverla inserendola in una situazione, selezionando 4 o 5 dettagli in modo di dare un’immagine che sappia rendere l’idea di quella persona.
Come sempre, se avete dubbi o domande potete contattarmi in privato o tramite i commenti, e se vi va di provare gli esercizi e volete un feedback mandatemeli pure.
Alla prossima!








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