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Scrittura terapeutica: perché scrivere mi fa bene

  • Immagine del redattore: Veronica Buscarini
    Veronica Buscarini
  • 23 gen 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

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La funzione terapeutica della scrittura è un argomento che mi è caro, è anche stato l'argomento della mia tesina delle superiori.

Dal sondaggio di ieri sulla mia pagina Instagram si è visto come la "vittoria" di coloro che utilizzano la scrittura anche a scopo terapeutico sia stata schiacciante.


Perché avviene questo?

I pensieri sono incontrollabili, facciamo circa 60 000 pensieri diversi al giorno.

Se questi sono felici, se è un periodo per noi sereno, questo non è un problema. Se invece stiamo vivendo una fase difficile della nostra vita, per i motivi più o meno gravi, da problemi sul lavoro, con la propria famiglia, a disturbi di tipo psicologico o altro, sappiamo bene quanto sia difficile distrarsi.

Certo non tutti ricorrono alla scrittura, c'è chi preferisce farsi una corsa, riempirsi di lavoro, suonare, o parlarne a qualcuno. L'importante è trovare uno sfogo, una via d'uscita per ciò che ci tormenta, così da rendere tutto più chiaro.


La scrittura in questo ha una marcia in più, un potere speciale che spesso altri tipi di sfoghi non hanno: ci permette di mettere nero su bianco ciò che abbiamo dentro senza giudicarci in alcun modo.

I pensieri sono confusi, indefiniti, sfuggevoli; scriverli ci obbliga a contenerli in una misura; e dare una forma e uno spazio a qualcosa è un punto di inizio per affrontarlo, o anche solo per vederlo così com'è.

Non è più solo dentro di noi, ora è fuori, ce lo abbiamo davanti, è scritto su un pezzo di carta.



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Pensate al libro La coscienza di Zeno, quello che quasi sicuramente avete letto a scuola, uno dei rimedi proposti dal terapeuta a Zeno Cosini è proprio tenere un diario.

E questo non accade solo in letteratura, spesso gli psicologi consigliano di affiancare al percorso di terapia la scrittura, mettere per iscritto ciò che ci preoccupa per vederlo meglio e capire da dove partire.


Non solo scrivere per sfogarsi, come nel diario, possiamo dare forma a storia, rifugiarci in vite parallele dove non esistono i problemi che abbiamo in questa.

Oppure possiamo sfruttare i giorni in cui siamo più sereni per dedicarci una lettera, una serie di pensieri, di punti cui aggrapparci quando sentiamo di cadere, forse non può salvarci, ma essere di conforto.


E infine, se scrivere è la vostra passione e ciò che volete fare, in qualsiasi modo scriviate e in qualsiasi momento sarà comunque una forma di allenamento.


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A presto!


 
 
 

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