Pillola n. 7
- Veronica Buscarini

- 29 giu 2020
- Tempo di lettura: 4 min

Questa pillola è parte della serie di pillole sulla progettazione narrativa. Ti consiglio di partire dalla prima, la pillola n. 3 e andare in ordine, potresti trarne più vantaggio.
Come vi avevo anticipato nella pillola precedente oggi parleremo di montaggio narrativo.
Il modo in cui viene organizzata una storia, come si sceglie di raccontarla è parte della storia stessa, ne determina l’essenza e l’impressione sul lettore.
Per questo, prima di iniziare a scrivere è importante organizzare le idee e decidere qual è il modo più adatto per raccontare la tua storia.
In particolare dovrai soffermarti su 3 aspetti: struttura narrativa, ritmo dosaggio delle informazioni.

Struttura narrativa
Con la struttura di una storia puoi variare di molto il modo in cui verrà percepita la vicenda raccontata.
Esistono diversi modi per organizzare le informazioni, vediamoli.
1. Ordine cronologico
È il più semplice e lineare, non per questo va banalizzato. Ci sono moltissimi capolavori scritti in ordine cronologico (vd. Anna Karenina, Madame Bovary). È un sistema che implica un soffermarsi su ogni passaggio della storia. Certo ci saranno scene in cui il tempo scorre più lento e passaggi più veloci, ma in genere si segue la storia in tutto il suo sviluppo.
2. In medias res
È probabile che vi ricordiate la prof delle superiori che vi spiega che l’Odissea comincia in medias res, ovvero ad azione già avviata. Le storie di questo tipo partono da un momento nel mezzo e poi si ricostruisce la vicenda fino ad arrivare alla scena iniziale. È una struttura circolare in cui all'inizio viene mostrata una situazione in grado di creare curiosità e spinge i lettori a voler sapere di più, capire come quella situazione si è creata.
È possibile che la storia si concluda una volta chiuso il cerchio oppure che riprenda avviandosi all'epilogo.
3. Intero flashback
In parte simile alla precedente. Si parte da una sensazione, un’immagine, una situazione per poi finire in un grande flashback che riporta tutta la storia che si intende raccontare.
Segue questa struttura Norwegian Wood di Murakami. Il protagonista all'inizio è in aereo diretto in un posto che non sappiamo e è adulto, sentendo suonare la canzone dei Beatles che dà il titolo al libro viene riportato nel passato e ci racconta una vicenda accadutagli quando era ragazzo.
4. Alternanza capitoli
Di recente ho letto il romanzo di Jonathan Bazzi Febbre, tra i finalisti al premio Strega a essere organizzato in questo modo. Si tratta di alternare capitoli che raccontano il passato a capitoli in cui invece si narra la situazione presente.
Questo non implica necessariamente l’uso di un tempo presente per i fatti recenti e di un tempo passato per quelli più lontani. Lo si può fare ma si può anche scegliere di narrare tutto al presente o tutto al passato.
L’importante per una struttura di questo tipo è che le due linee narrative siano collegate fra loro, che vi sia un fil rouge del racconto a unire le due vicende.
5. Cadute nel passato
Si tratta di raccontare un momento, una situazione, strettamente collegata a una vicenda del passato nella quale si ricade con continui flashback. L’importante in questo caso è che il momento scelto per il presente in cui ambientare la storia non sia unicamente un pretesto, ma abbia un suo storytelling, una serie di eventi o dinamiche che lo rendano una storia a tutti gli effetti.
Due esempi che fanno un uso spiccato di questo espediente sono Non ti muovere e Nessuno si salva da solo di Margaret Mazzantini.
Ritmo
Fondamentali per il ritmo sono i tempi verbali e la struttura della frase.
Tempi verbali:
- Presente/passato prossimo: questi due tempi verbali sono più immediati, danno alla storia raccontata un ritmo più incalzante, quasi un resoconto di ciò che accade. Questo determina una vicinanza fisica agli eventi, ma un minore distacco. Si è totalmente coinvolti nel momento.
- Passato remoto: gli eventi sono conclusi, finiti, appartengono al passato. Questo conferisce sicuramente una maggiore distanza dal narrato ma permette anche una valutazione a posteriore, la possibilità di inserire considerazioni e riflessioni su ciò che è accaduto.
Struttura della frase:
- Ipotassi
Un esempio di ipotassi per eccellenza è Alla ricerca del tempo perduto di Proust. Periodi lunghi, ricchi di subordinate. È un tipo di frase che rallenta il ritmo della storia, tende a riportare lunghe riflessioni e richiede un’attenzione più spiccata al lettore. È più adatta a raccontare l’intimità, le riflessioni di un personaggio, e alle descrizioni, piuttosto che una serie di eventi.
- Paratassi
Frasi brevi, immediate, spezzate. È un ritmo piano, e più moderno. Ormai si scrive quasi sempre in modo paratattico. È una forma più leggera, pulita e scorrevole che meglio si adatta alla narrativa moderna.
Dosaggio delle informazioni
Saper dosare il detto e il non detto è un espediente importante per creare suspense o sorpresa nel lettore.
Rivelando al lettore alcune informazioni importanti e tacendone altre si crea suspense, così come creando una differenza di sapere tra i personaggi: uno sa qualcosa che altri non sanno o viceversa.
Questi due meccanismi hanno la capacità di catturare il lettore che vuole scoprire di più sulla situazione che si sta creando.
L’effetto sorpresa lo si ottiene invece tacendo tutto al lettore fino ad arrivare al cosiddetto colpo di scena.
Ovviamente non c’è un espediente migliore e uno peggiore si tratta di capire il più adatto alla storia che stiamo narrando.

Come per il punto di vista il modo migliore per capire come gestire questi aspetti nella stesura del tuo romanzo è fare delle prove.
Per la struttura invece può essere utile anche creare dei veri e propri schemi su fogli di carta, magari considerando gli snodi fondamentali della storia, così da avere presente anche a livello visivo la gestione della linea temporale.
Spero che questa pillola ti sarà utile, se hai dubbi o domande contattami in privato oppure commenta l'articolo.
Alla prossima!








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