Perché sottolineare i libri?
- Veronica Buscarini

- 27 set 2020
- Tempo di lettura: 2 min

Ieri vi ho proposto un sondaggio. Da sottolineatrice di libri convinta credevo che il team libri sottolineati avrebbe ampiamente vinto, invece mi sbagliavo, molti di voi preferiscono lasciare i libri intonsi.
Si parla, naturalmente, di libri di piacere, non testi di studio.
I libri, in quanto contenitori di storie, assumono un valore maggiore per chi li legge, non sono semplici oggetti.
Il rapporto che instauriamo con i nostri libri ci porta a trattarli in modi diversi.
Chi non sottolinea i libri è perché dà a quell'oggetto un valore superiore, lo considera quasi un oggetto sacro, verso cui va portato estremo rispetto. Ha cura di non sciupare le pagine, di non creare orecchie. Vuole che il libro resti immacolato, nella sua forma originale, senza neanche una lieve sottolineatura.

Come fa con le frasi e i passaggi più emozionanti?
Io quando non ho la matita a portata di mano solitamente fotografo la pagina.
Per cui in questi casi per trattenere un pensiero si può fotografare la frase, ricopiarla su un taccuino, segnarsi a parte la pagina del libro in cui si trova.
Chi sottolinea i libri invece tende a concepire il libro a livello più paritario, come un caro amico e instaura un rapporto più personale con l'oggetto. Lo modifica, lo vive, vi lascia i segni del proprio passaggio.
Perché si sottolineano i libri?
(Lo ammetto, sono un po' di parte, perdonatemi se in risposta a questa domanda ho più .motivazioni)
Per lasciare un segno del proprio passaggio su quel libro.
Per avere tracce, a distanza di anni, di quella lettura.
Per ricordare. Sottolineando i concetti restano più impressi.
Per trattenere il momento. La stessa cosa che accade con le foto, si vuole trattenere l'emozione di quel momento. In questi casi, a volte, io prendo anche note a margine.








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