Perché leggere poesia
- Veronica Buscarini
- 26 ott 2020
- Tempo di lettura: 2 min

Dal sondaggio di venerdì è emerso che i lettori, anche quelli più forti, leggono poesia solo ogni tanto.
La nostra società ha ritmi frenetici, siamo pieni di distrazioni, input continui, messaggi, notifiche, email; il tempo è accelerato, e la prosa sembra adattarsi meglio a questa velocità.
La poesia è per natura lenta. Una poesia non la leggi una volta e basta, una poesia non ti abbandona. È qualcosa da tenere con te. La leggi, la rileggi, cerchi di capire cosa significa per te, perché quella parola; e ti lasci trasportare, assapori la sospensione.
La poesia resta un rifugio, qualcosa di lento, qualcosa di indefinito che racconta una storia diversa per ognuno di noi.
Ci sono poesie che mi porto dietro da quando sono piccola, e che ogni tanto ho bisogno di rileggerle, un po’ come quelle canzoni che rimangono ancore in cui ti rifugi ogni volta che ne hai voglia.
E poi la poesia si studia a scuola, e spesso viene quasi imposta. Non si riflette tanto sul significato che ha oltre le parole, su quello che ti suscita. Si studia la poetica, l’autore, cosa voleva dire. È importante studiare la poesia in questo modo, ma a volte ci si dimentica di trasmettere ai ragazzi il sentimento dell’autore, le vibrazioni dietro le parole.
Non è materia sterile, ma vita rimasta incastrata nelle parole.
La poesia è cambiata nel corso del tempo, si è passati da forme rigide, incastrate nella metrica, nei diversi schemi rimici, fino alle forme più libere.
Oggi la poesia non è più riservata a un linguaggio alto, a parole eleganti, si mescola con la vita, con l’incertezza, con immagini diverse, più quotidiane.
Questo ha fatto sì che molti, sentendosi affrancati dal doverne conoscere le regole, hanno deciso di poter fare poesia senza averne mai letta, con le esigue basi che ha lasciato la scuola.
Ma anche se ora non si scrivono quasi più sonetti, questo non significa che la poesia sia una forma semplice, qualcosa che possono scrivere tutti.
Come sempre ci vuole studio, bisogna conoscerne le evoluzioni, le regole. Bisogna, come sempre, conoscere i modelli per cambiarli.

Per questo, prima di pensare a scriverla, dovremmo leggere tutti un po’ più poesia.
Spegnere il telefono qualche minuto prima, aprire una raccolta, leggere o rileggere alcune poesie, stare con noi stessi, capire cosa ci dicono, come sono fatte, e cosa scopriamo a ogni rilettura.
L’unico modo per sviluppare gusti sani in letteratura è leggere la poesia. Più si legge poesia, meno si tollera ogni eccesso di verbosità
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