Perché in quarantena ho letto di meno?
- Veronica Buscarini

- 13 mag 2020
- Tempo di lettura: 4 min

Quando è iniziata la quarantena, o meglio, quando mi sono ritrovata bloccata ad Ancona, la mia città, lontana dalla vita frenetica di Milano, come prima cosa mi sono detta “guardiamo il lato positivo, finalmente posso approfittarne per leggere di più”.
A Milano mi ritagliavo il tempo per la lettura tra gli altri impegni, la mattina prima del lavoro, la sera quando rientravo, oppure, se mi era possibile, durante la pausa pranzo.
Non avevo modo di scegliere quando o come dedicarmi ai libri, erano tempi imposti: i pochi momenti liberi della mia routine quotidiana.
Il primo giorno che mi sono svegliata a casa mia totalmente priva di impegni, orari, tram da prendere al volo e chiamate in arrivo, mi sono trovata spaesata.
Ho pensato alle cose che avrei potuto fare per impiegare quel tempo libero, e ce n’erano davvero molte: scrivere, sistemare la camera, leggere, recuperare del lavoro arretrato, ecc.
E cosa ho fatto? Praticamente nulla.
Mi sono ritrovata a passare da un’attività all'altra senza un vero programma, a distrarmi in continuazione, perdendo tempo e pensando al fatto che non stavo concludendo nulla a parte perdere tempo.
Insomma, un disastro.

Nei giorni a seguire, durante una delle mie pause infinite, girando su internet ho cercato di capire se il mio fosse un caso isolato o se anche altri si trovassero nella mia stessa situazione e… sorpresa!
Ho avuto modo di scoprire che molti, anche autori importanti come Michela Marzano o Nicola Lagioia raccontavano sui social di avere difficoltà a concentrarsi nella lettura e in generale nelle solite attività.
Ulteriore conferma mi è arrivata dal sondaggio che ho pubblicato nella mia pagina Instagram martedì dove le persone “affette” dal blocco del lettore hanno superato quelle che invece sono riuscite a rimanere costanti nella lettura.
Ma perché? A cosa è dovuta questa tendenza?
Cerchiamo di rispondere.
#1 Dipende dalla persona
Non siamo tutti uguali, così come non sono uguali il nostro modo di pensare e la nostra capacità di concentrazione. Io ad esempio sono molto più produttiva se sobbarcata di cose da fare.
#2 Quanto ci distraggono i problemi?
Ci sono persone la cui concentrazione è diminuita di molto anche a fronte della situazione anomala e preoccupante in cui ci siamo trovati. Alcuni per sfuggire ai problemi ha bisogno di perdersi completamente in qualcos'altro, per questo tipo di persone la lettura può essere un ottimo rifugio in un periodo del genere. Altre invece pur volendo distrarsi non ci riescono, e trovano invece più utile fare qualcosa di pratico per poter, finalmente, pensare ad altro.
#3 Routine spezzata
In questo mi ritrovo in pieno. I cambiamenti mi hanno sempre spiazzata.
Inoltre spesso avere la possibilità di scelta tra tante diverse attività rende più difficile dedicarvisi a pieno. La cosa positiva è che in questo caso basta solo concedersi il tempo per adattarsi e ricrearsi una routine adatta ai nuovi ritmi.
#4 solitudine
È evidente che la quarantena ci ha costretti a lunghi periodi di solitudine, questo ha spinto molti a cercare il contatto virtuale, basti pensare alla grande quantità di dirette e eventi streaming che hanno popolato il web in questi giorni.
La lettura è un’attività solitaria, e l’essere umano spesso quando si trova a vivere eventi straordinari e destabilizzanti ha bisogno del confronto diretto con altri. Quante volte ci è capitato di sentirci soli e magari aprire Instagram o Facebook semplicemente per scorrere la home page e scoprire il pensiero di altri?
#5 Realtà distopica
Quanto spesso si è sentito dire? Ma ammettiamolo, è una situazione totalmente spiazzante, all'altezza di un racconto di fantascienza o, appunto, distopico. In una realtà così tanto diversa da quella cui eravamo abituati è normale non sentire il bisogno di perdersi altrove, nella realtà alternativa di un libro ad esempio, ma piuttosto preferire il confronto diretto con il momento storico in cui si è, leggendo giornali, guardando programmi di approfondimento e quant'altro.
Queste sono solo alcune delle motivazioni per cui, in un periodo così, può essere difficile restare concentrati in un’attività anche se è la nostra preferita, se ve ne vengono in mente altre non esitate a raccontarmele.

Vorrei concludere con alcune cose che ho imparato da questo e altri periodi di stress in cui mi sono sentita distratta e ho avuto difficoltà nel seguire la mia routine.
Non giudicarmi
Cercare di non abbattermi pensando che sto solo perdendo tempo senza combinare nulla, piuttosto dedicarmi ad altro. Uscire, cucinare, fare una passeggiata. Qualcosa che di solito non faccio, qualcosa di diverso. Oppure non fare nulla. Non fare nulla a volte va bene, è importante per riposare i pensieri, e per riaccendere l’entusiasmo.
Non pensare al futuro
Non cominciare a pensare a cosa succederà, non farmi film mentali in cui non riuscirò più a tornare alle mie solite attività e sarò destinata a non combinare nulla per sempre. Ecco, cercare di allontanarmi da tutta questa negatività, concentrandomi sul momento, sulle mie sensazioni e su quello che mi succede intorno.
Cercare di ricrearmi una routine
In questi giorni l’ho fatto, ho cercato di crearmi nuove abitudini, di darmi degli orari, magari scrivendo su fogli o post-it l’elenco delle cose da fare. Mi ha aiutato? Alcune volte sì.
Sono riuscita a rispettarla sempre? No. E ho capito che la cosa migliore quando si fa un programma ma poi non si riesce a rispettarlo è fregarsene. Dirsi, pazienza, oggi è andata così, domani ci riproverò.
E voi? Come avete affrontato questi giorni? E in generale come affrontate i periodi di stress?
Se vi va raccontatemelo con un commento.








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