Che font scelgo?
- Veronica Buscarini
- 11 ott 2020
- Tempo di lettura: 2 min

Quando scriviamo veicoliamo un messaggio che ha un impatto oltre che inerente al suo significato, anche visivo. L’impatto visivo di un testo è importante, e oltre che dall'impaginazione esso è definito anche dal font che si sceglie di utilizzare.
Pensateci.
Ricevete un testo interamente scritto in Comic Sans, risulterà bambinesco, scherzoso, un po’ fuori moda, sicuramente non adatto a una comunicazione seria.
Questo breve esempio ci mostra come il font è parte del messaggio che si vuole veicolare; anche i font comunicano qualcosa, per questo motivo non tutti sono adatti per un testo scritto e non tutti possono essere usati indistintamente.
La regola base, da tenere presente per la scelta di un font è che esso deve essere semplice e chiaro, deve cioè facilitare la lettura, e non ostacolarla.
I font troppo lavorati infatti non vengono utilizzati per testi lunghi finalizzati alla lettura ma per scopo decorativo (insegne, titoli, ecc.).
Vediamo più nel dettaglio le principali categorie di font:
SERIF
Viene ritenuta la famiglia di font con migliore leggibilità. I font appartenenti a questo gruppo hanno le grazie, le lettere sono perciò tutte unite, semplici, pulite. Il fatto di essere apparentemente connesse tra loro dalle grazie ne aumenta la fruibilità. Non a caso spesso i testi richiesti dalle CE o dai concorsi sono in Times New Roman.
SANS-SERIF
Anche i font di questa famiglia rientrano tra quelli con la leggibilità maggiore. La differenza da quelli della classe precedente è che non hanno le grazie. Le lettere restano però comunque lineari, pulite, altamente fruibili.
Un esempio? Calibri.
HANDWRITING
Sono i font che imitano la scrittura a mano. Eleganti, adatti per inviti o parti del testo in cui è necessaria l’imitazione della scrittura a mano, come una lettera. Se usati tutti in maiuscolo la leggibilità è scarsa.
Un esempio? Brush script.
DECORATIVE
Ce lo dice il nome stesso, sono font usati a scopo decorativo. La leggibilità non è prioritaria, vengono impiegati ad esempio per titoli, insegne o affini.

Quando scriviamo è bene tenere presente che il nostro testo, specialmente se trattasi di un testo lungo, deve essere leggibile, per cui abbiamo a disposizione i font delle prime due famiglie.
Per alcuni la parte visiva del testo mentre scrivono non è particolarmente rilevante, e io rientro in questa prima categoria, infatti spesso scrivo lasciando il carattere base proposto da Word, e solo dopo sistemo il testo dal punto di vista della formattazione.
Ci sono invece scrittori che preferiscono avere già, anche a livello visivo, un testo curato dal punto di vista della formattazione. Li aiuta ad avere la visione del prodotto finito, a considerarlo un qualcosa, e spesso capita che anche visionarlo con un font che amano, con cui si trovano a loro agio, possa aiutarli.
Non è importante se poi bisognerà cambiarlo perché il concorso cui vogliamo partecipare ne richiede un altro, per quello ci vuole giusto un clic.
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